L’evoluzione del tiro da 3 punti – Vol. 2
Bentornati su Hack a Stat! Uno dei miei primissimi articoli sulle statistiche era stato questo, dedicato all’evoluzione del tiro da 3 punti in Italia. Con questo nuovo articolo voglio riproporre un’analisi dell’evoluzione del tiro da 3 punti, sfruttando però nuovi e più approfonditi dati, osservando le differenze tra triple in catch and shoot e dal palleggio. Andiamo!
Introduzione
L’idea di analizzare nuovamente il tiro da 3 punti nasce da un concetto detto da Hugo Sconochini in sede di commento; Hugo affermava che: “Se il difensore è in ritardo, sarebbe meglio che non provi a contestare il tiro da 3 punti avversario, perché potrebbe incorrere in un fallo che porta a 3 tiri liberi o, peggio, a un gioco da 4 punti.”.
Mi sono dunque chiesto se davvero ciò che Hugo affermava fosse vero. In altre parole, è meglio rischiare di commettere fallo su un tiro da 3 punti o lasciare tirare indisturbato il tiratore? In questa analisi, risponderò non solo a questa domanda, ma coprirò anche diversi altri aspetti legati al tiro da 3 punti.
Evoluzione dei falli su tiro da 3
Partiamo col dire che una cosa di quanto afferma Sconochini è sicuramente vera: i falli su tiro da 3 punti sono aumentati. Grazie ai dati NBA, possiamo osservare l’andamento di questo specifico fallo dalla stagione 2000-01 alla attuale.
Come si può facilmente notare, la tendenza generale dei falli commessi su tiri da 3 punti (linea blu) mostra un incremento, seppur lieve, nel corso del tempo. Oggi circa due tiri ogni cento sono interrotti da un fallo. È un dato che ridimensiona notevolmente la percezione attuale sui falli commessi su questo tipo di tiro. Il dato è simile anche per l’Eurolega: solo l’1% dei tiri tentati da dietro l’arco si conclude con un fallo subito.
Tornando al grafico, lo stesso discorso si può fare per i giochi da 4 punti, aumentati nel corso delle stagioni (linea viola; il numero di giochi da 4 punti è rapportato rispetto al numero di falli su tiro da oltre l’arco). Le ragioni di questi due andamenti sono palesi: oggi si tira molto di più e, viste le ottime percentuali di realizzazione, il contestare risulta fondamentale. Di conseguenza aumentano anche i falli subiti nell’atto di tiro. Ma, quantitativamente parlando, rimane un evento piuttosto raro.
Categorizzare il tiro da 3 punti
Consapevoli quindi che solo un tiro ogni cento porta ad un viaggio in lunetta, andiamo più nel dettaglio, analizzando come vengano presi i tiri da 3 punti. Ad inizio anno avevo fatto un articolo sull’importanza del tiro da oltre l’arco e di come ora sia riduttivo citare solo la percentuale realizzativa per analizzare come vengano presi questi tiri. Le conclusioni pesanti possono infatti essere suddivise per:
- Dinamica di tiro:
- Dal palleggio (pull-up);
- Non dal palleggio (catch and shoot);
- Vicinanza della marcatura:
- Tiro smarcato (unguarded o uncontested);
- Tiro marcato (guarded o contested);
Le due tipologie sono ovviamente incrociabili: possiamo dunque avere triple in pull-up smarcate e marcate. Suddividendo in questo modo il tiro da 3 punti, si ottiene una visione molto più chiara e corretta sulle conclusioni da oltre l’arco.
Dinamica di tiro
Il primo aspetto che vorrei analizzare è dunque l’evoluzione del tiro da 3 punti osservando però l’andamento delle 4 categorie citate pocanzi. Iniziamo con la dinamica di tiro, utilizzando il tracking del sito NBA.
I dati sono disponibili dalla stagione 13-14. Nel grafico soprastante potete notare l’andamento della frequenza (grafico sinistro) e della qualità (grafico destro) di catch and shoot e pull-up nel corso delle ultime stagioni. Partendo dalla frequenza, se confrontiamo il numero di tiri presi in quei modi rispetto al numero totale di tiri dal campo (linee tratteggiate), gli andamenti sono ovviamente crescenti. Nel basket moderno si tira di più da 3 punti rispetto al passato ed entrambe le dinamiche di tiro hanno visto un incremento nel loro numero di tentativi.
Se invece confrontiamo il numero di tiri in pull-up e catch and shoot rispetto alle triple totali tentate il discorso cambia: l’iniziale suddivisione di circa 80-20 in favore dei CAS è nel tempo variato verso un 70-30. La maggior parte delle conclusioni da oltre l’arco è quindi ancora effettuata non dal palleggio, ma nelle ultime stagioni i tiri in pull-up hanno visto un netto incremento. Basta pensare a giocatori come Harden, Lillard, Doncic: grazie alle loro abilità nel creare separazione con il difensore, riescono a costruirsi lo spazio per tentare una conclusione da oltre l’arco in palleggio. Il tiro in pull-up sta quindi assumendo un’importanza maggiore nell’economia del gioco.
Se invece osserviamo l’andamento dei PPS, possiamo notare come i tiri in catch and shoot abbiano mantenuto un valore pressoché simile nel corso delle ultime stagioni; i pull-up invece hanno aumentato, seppur lievemente, il loro valore di PPS. Considerando però che nelle ultime stagioni le conclusioni in questo modo siano aumentate di volume, quel piccolo aumento di PPS non deve passare inosservato.
Marcatura
Ripropongo ora lo stesso format di grafico, ma per tiri marcati o meno. Una piccola precisazione: Synergy suddivide i tiri in base alla distanza del difensore al momento del rilascio. A seconda della distanza si può quindi tentare un tiro “very tight” (molto marcato), “tight” (marcato), “open” (aperto, smarcato) e “wide open” (molto smarcato). Per semplicità, ho sommato i very tight e tight considerandoli come contested, mentre gli open e i wide open assieme compongono gli uncontested.
Riguardo alla frequenza, è interessante notare come la distribuzione di uncontested e contested sia rimasto pressoché invariato nel corso delle stagioni; però, se queste due tipologie si confrontano con i tiri totali, si nota che solo le uncontested hanno avuto un incremento significativo. In altre parole le squadre NBA hanno sviluppato dei giochi per creare più tiri aperti possibili, aumentandone la quantità di stagione in stagione.
Sui PPS invece, possiamo notare un andamento tutto sommato costante dei valori. È giusto ribadire però che questi PPS sono rimasti invariati a fronte di un aumento del volume di tiri presi.
Conclusioni sull’evoluzione del tiro da 3 punti
In definitiva quindi, grazie a queste due infografiche, abbiamo capito come i tiri da 3 punti si siano evoluti nel corso delle ultime stagioni in NBA:
- Si tendono a creare più triple dal palleggio rispetto al passato;
- L’efficacia di quest’ultime è comunque aumentata;
- Il volume delle triple in catch and shoot ha visto anch’esso un incremento;
- Le catch and shoot rimangono comunque quelle con il più alto valore di PPS;
- Le squadre cercano di costruire sempre di più triple smarcate, che siano dal palleggio o meno;
Le analisi svolte fino ad ora, seppur con le dovute proporzioni, ritengo siano valide anche per l’Eurolega. Della lega europea dispongo solo dei dati di questa stagione (potete notare il confronto nella tabella sottostante): confrontando i valori delle due stagioni in corso i dati coincidono. Ritengo dunque che anche in Eurolega l’evoluzione delle triple si avvenuto con un percorso molto simile (per non dire uguale) a quanto mostrarlo finora per l’NBA.
Fare fallo o no?
Fino ad ora ho sfruttato i potenti mezzi del sito NBA per mostrare l’evoluzione del tiro da 3 punti nel corso delle ultime stagioni. Ora però facciamo un salto e torniamo in Europa: grazie ai dati Instat infatti, sono potuto scendere ancora più nel dettaglio ed effettuare un’analisi ancora più approfondita sul tiro pesante. Un dettaglio che nemmeno i dati disponibili sul sito NBA, per quanto possa sembrare assurdo, non mi permettevano di raggiungere.
Tre veloci precisazioni prima di iniziare: Instat suddivide i tiri in uncontested e contested. Confrontando i valori dell’Eurolega che ho estrapolato da Instat con quelli NBA, ho notato che la suddivisione contested-uncontested coincide solo se sommo assieme i very tight, i tight e gli open. Ho dedotto dunque che Instat considera unguarded solo i tiri wide-open. Inoltre, la possibilità di filtraggio delle conclusioni di Instat non permette di selezionare solo i catch and shoot e i pull-up. Ho quindi cercato di filtrarli in base ai play-type. Per i catch and shoot ho selezionato:
- Catch and shoot (inteso tiro stazionario in questo caso);
- Screen-off;
- Pick and pop;
Per i pull-up ho selezionato invece:
- Pick and roll handler;
- Hand-off;
- Iso;
- Catch and drive (quantità davvero risicata, ma comunque presente);
Suddividendo i tiri in questo modo, ho ottenuto una distribuzione molto simile a quella NBA: in America, come visto in precedenza, la distribuzione è 72-28 tra CAS e PU, mentre in Europa è 74-26, sempre in favore dei CAS.
In ultimo, per le distanze dal difensore scelte da InStat, è molto raro (se non impossibile) creare un tiro al ferro smarcato; questo per un mero fatto geometrico: le conclusioni in area, essendo al centro dell’area di gioco offensiva, avranno sempre un giocatore avversario abbastanza vicino per far figurare quel tiro come contested. Per cui, nei grafici relativi ai tiri non contestati, non saranno presenti i tiri in area.
Questa è la mappa di tiro dove potete vedere frequenza e PPS per ogni zona. Come noto, i tiri più efficienti sono al ferro e da oltre l’arco. In Europa, a differenza della NBA, le corner sono sfruttate di meno, in quanto lo spazio disponibile non è altrettanto comodo. Se invece filtriamo solo per tiri contestati e non la mappa è la seguente:
Penso sia chiaro del perché le squadre cerchino di creare triple aperte. Un mid-range o un long-2 smarcati hanno dei PPS attorno all’1; le triple smarcate raggiungono un valore fin troppo redditizio per non cercarle con continuità. Dall’altra parte, penso sia palese perché allenatori e giocatori vogliano contestare qualunque tripla: la diminuzione del valore di PPS è evidente. E qua finalmente possiamo rispondere alla prima domanda dell’analisi: alla luce dei dati mostrati, è chiaro che correre il rischio di commettere un fallo su tiro, in linea generale, sia un rischio che gli staff sono disposti a prendere.
Commettendo fallo su un tiro da 3 punti, si concedono 3 tiri liberi che nel complesso garantiscono un PPS di 2,4 (3 volte 0,8, ovvero la percentuale ai tiri liberi media di Eurolega di questa stagione). Con un gioco da 4 punti se ne concedono 3,8. Ma questi due casi avvengono complessivamente al più il 2% delle volte. Nel restante 98% dei casi il valore di PPS concesso è pari a quanto riportato nella mappa di tiro soprastante (in generale, PPS circa pari a 1). Se calcoliamo una media dei PPS pesata sulle probabilità di fare fallo o meno, otteniamo che complessivamente i tiri contestati hanno un valore di PPS pari a 1,06.
È chiaro, è un discorso generale ed esistono dei casi in cui bisogna non commettere fallo in nessun modo, ma, ciò detto, è sbagliato affermare che un difensore in ritardo debba lasciare indisturbato il giocatore che sta tirando. Questo per evidenti motivi di differenza di PPS (1,06 vs 1,28).
Costruire i tiri
I grafici riportati nel precedente paragrafo ci hanno aiutato a comprendere che differenza ci sia nel contestare o meno i tiri da oltre l’arco. Ma come già detto, grazie a Instat possiamo anche prendere in considerazione i tiri da oltre l’arco filtrando sia per dinamica di tiro, sia per vicinanza del difensore. In questo modo possiamo realmente capire cosa cerchi maggiormente l’attacco e perché.
Nel grafico soprastante potete notare la frequenza di tiro e i PPS delle triple prese marcati o meno e con quale dinamica. Per ulteriore pulizia, ho conteggiato a parte le triple in transizione. La frequenza in questo caso è relativa alla singola casistica: ad esempio, il 31% dei tiri contestati è preso in pull-up. Per completezza, ho creato un grafico analogo dove però la frequenza è relativa al numero totale di triple:
In questo caso quindi il 20% dei tiri totali da 3 punti è del tipo contested e in pull-up. La priorità dell’attacco è dunque quella di trovare triple in catch and shoot smarcate: questo tipo di tiro raggiunge un valore di PPS pari 1,3. Difatti questa è anche la seconda casistica di tiro più utilizzata: il 30% delle triple totali sono infatti prese in catch and shoot smarcati. La prima è invece sempre in catch and shoot, ma contestata. È interessante notare come raggiungano comunque un valore di PPS pari a 1,05. Valore praticamente uguale ai tiri al ferro e maggiore dei tiri non contestati dal mid-range e dei long two smarcati.
Osservando invece la differenza in PPS dei tiri contestati nelle due diverse dinamiche, si nota che è molto bassa (1,05 contro 0,99). In altre parole, al netto di una grossa differenza di frequenza, le conclusioni in pull-up e in catch and shoot marcate sono tiri con efficienza molto simile. Il che non è scontato, visto come una tripla dal palleggio marcata risulta mediamente più difficile di una marcata ma in catch and shoot. Questo genere di conclusione rimane prerogativa di determinati giocatori (James, Larkin), ma si sta diffondendo sempre più, sia perché ha una buona efficienza, sia perché sempre più giocatori risultano in grado di prendere ritmo anche dal palleggio.
Valori di squadra
Siamo quindi giunti al momento di osservare i valori delle singole squadre: incrociamo i PPS dei due tiri più comuni, ovvero i catch and shoot marcati e smarcati.
Il grafico in questo caso non ha lo scopo di mostrare una qualche tendenza, ma solo visualizzare i dati per ogni squadra. Notiamo subito che le squadre tra le prime otto in classifica sono quasi tutte oltre la media per catch and shoot contested. Real, Efes e Bayern sono le tre “escluse”: la squadra spagnola dalla partenza di Campazzo ha faticato a costruire tiri puliti e ciò ha sicuramente condizionato queste percentuali. Discorso simile per l’Efes che ha ingranato una volta che Larkin è entrato in condizione. Il Bayern infine, tra le peggiori per Offensive Rating, ha subito l’assenza di Dedodic. Il grafico ci spiega anche che, per quanto le triple in catch and shoot smarcate siano quelle a più alto rendimento, non sono sufficienti per generare un attacco vincente. Khimki, Stella Rossa e Olympiacos sono chiari indizi.
Questo perché chiaramente il lavoro offensivo di una squadra non è focalizzato solo alla costruzione di triple smarcate: affidarsi solo ad esse, e non sfruttare i vantaggi secondari che queste generano (area libera per attaccare il ferro parzialmente indisturbati o anche solo far ruotare la difesa), risulta controproducente.
In ogni caso, nel grafico seguente possiamo infine constatare che, come era lecito attendersi, prendere e segnare triple in catch and shoot smarcate sia la soluzione migliore per aumentare la propria percentuale complessiva da 3 punti.
La disposizione delle squadre nel grafico mostra una tendenza abbastanza chiara. Alcune squadre si allontanano dalla ideale linea di tendenza per via delle percentuali nelle altre tipologie di tiro. Ma risulta comunque evidente che le triple in catch and shoot smarcate siano discretamente decisive per avere buone percentuali complessive. Grazie al supporto del mio collega Nick, sono riuscito a creare lo stesso grafico anche per quanto riguarda la NBA:
Clippers e Bucks stravolgono un po’ la scala del grafico, ma la tendenza descritta precedentemente è confermata.
Video analisi
Siamo quindi giunti all’ultima parte di questa lunga analisi. Grazie agli strumenti di Instat, possiamo infatti osservare come vengano costruite le triple in catch and shoot. Ho preso tre squadre in esame: Milano, Barcelona e il Bayern.
Il primo video però, non solo mostra come poter costruire triple smarcate, ma è anche un piccolo appreciation video per Kyle Hines. Il centro milanese è infatti una delle ragioni per cui l’Olimpia si ritrova in quella posizione nel grafico precedente (l’altra è avere tiratori ottimi, cosa banale da dire ma è così).
I giochi offensivi di Milano sono infatti basati molto sulle letture che gente esperta ed intelligente come Hines, Rodriguez o Datome sanno fare. Hines, ad esempio, è un maestro nel passare il pallone dopo aver eseguito lo short roll. Il suo controllo del corpo e l’ottima visione di gioco gli permettono infatti di saper aspettare il momento giusto per passare la palla al tiratore libero. Nel video qua sotto potete osservare come Kyle diverse volte aspetti che la difesa si concentri sui suoi tagli a canestro prima di effettuare il passaggio; o anche come sappia valutare dove si trovi il compagno smarcato, ruotare in aria ed effettuare il passaggio.
Nel video risulta evidente anche che per creare triple smarcate molto spesso il ribaltamento sul lato debole sia la soluzione corretta. Attirare la difesa su un lato per poi muovere velocemente la palla sul lato opposto garantisce ottime possibilità di trovare un tiro smarcato. Sta però diventando sempre più frequente passare la palla direttamente all’angolo, saltando un passaggio e riducendo quindi il tempo in cui la difesa può recuperare. Tale passaggio non è facile e alcune volte può tramutarsi in un contropiede avversario. Non bisogna quindi effettuarlo con zelo, ma facendo attenzione ai movimenti della difesa.
Nel video sopra potete vedere alcuni esempi. Rodriguez e Higgins, due grandi artisti di questo passaggio, sanno calibrare adeguatamente tempismo, traiettoria e velocità del passaggio in modo che finisca nelle mani del proprio compagno. È un passaggio particolare perché attraversa gran parte della larghezza del campo e perciò risulta difficile e pericoloso, ma al tempo stesso molto redditizio.
Un modo per garantire che il compagno dell’angolo rimanga smarcato finché la palla non gli arrivi, è settare un blocco cieco sul suo difensore.
Questo tipo di blocco è diventato famoso grazie al rinomato Hammer degli Spurs, uno schema atto proprio a liberare il tiratore nell’angolo. Seppur nel video qua sopra non vengono riproposti tutti gli stessi movimenti di quello schema, l’utilità di quel blocco rimane la stessa, ovvero sorprendere il difensore in recupero con un blocco cieco, lasciando dunque il tiratore libero. Alcune volte sta proprio nelle letture del lungo (Brooks è molto abile in questo), capire cosa succederà e iniziare a posizionarsi per settare il blocco correttamente.
Un altro schema ormai sempre presente nei playbook di ogni squadra è il cosiddetto Spain Pick and Roll. Il tiratore effettua un blocco cieco al difensore del bloccante del pick and roll centrale, per poi uscire in punta e tirare.
Il video contiene due chicche di Delaney che mi sembrava inappropriato non mostrare. Nella prima clip setta il blocco su Hines, mentre nella terza non esce dopo aver bloccato. Ciononostante è interessare osservarle perché Milano riesce a costruisce comunque un ottimo tiro aperto. Nella prima clip infatti si può capire come questa collaborazione e tre crei una complicazione non da poco per la difesa: una difesa non preparata come quella del Khimki, pur con un errore da parte dell’attaccante, non è comunque riuscita a gestire rotazioni, lasciando Delaney libero in punta.
Nella terza invece lo smarrimento di Mickey e il cut assist di Kaleb generano lo spazio necessario per Shields per prendere un tiro aperto. È infatti il taglio del centro, di cui Mickey ha perso le traccie per il blocco di Delaney, ad attirare Sharapov al ferro, lasciando l’ala milanese libera.
Nei video riportati ho cercato di mostrare come il più delle volte le triple smarcate in catch and shoot non siano l’obiettivo finale dell’attacco: al netto infatti di set mirati a creare un tiro da 3 punti (come un’uscita da uno o più blocchi), le triple smarcate si generano soprattutto tramite il movimento del pallone e la conseguente rotazione difensiva. Ciò non vuol dire però che siano frutto del caso o che vengano prese estemporaneamente.
Siamo giunti dunque alla conclusione: questa lunga analisi spero abbia chiarito come e perché le squadre prendano determinati tipi di tiri. Le triple sono parte fondamentale del gioco odierno della pallacanestro e risultano non solo fondamentali per la loro efficienza, ma anche per gli spazi che sanno generare. Diffidate da analisi sommarie che citano solo le percentuali complessive senza spiegare come sono stati presi quei tiri.